comunicato.
Solidarietà alle masse oppresse dell’Iran!
Smascherare le strumentalizzazioni della rivolta da parte dell’imperialismo!
Sostenere la costruzione di partiti marxisti-leninisti-maoisti come guida della rivoluzione popolare!
Non cessano le proteste in Iran causate dalla morte della giovane Jina Mahsa Amini per mano della reazionaria Repubblica Islamica. Il problema del velo e delle opprimenti condizioni a cui sono sottoposte le donne è solo la punta di un iceberg fatto di repressione, povertà e privazioni economiche per la grande maggioranza della popolazione iraniana.
Alcuni settori della borghesia compradora, in combutta con l’imperialismo statunitense, stanno cercando di strumentalizzare la ribellione delle masse per favorire un cambio di governo più favorevole ai loro interessi. Da qui appunto l’estrema visibilità mediatica di cui questa ribellione gode in tutto il mondo.
Ciò non vuol dire che non vi sia una reale base di massa nel malcontento delle masse oppresse iraniane. Da quando il regime iraniano è salito al potere, sono state una ventina le ribellioni popolari causate dall’embargo statunitense e dall’oppressione politica e dalle terribili condizioni che il regime impone alla popolazione.
La Rivoluzione Iraniana, nata effettivamente con un intento anti-imperialista, che ha rovesciato lo Shah nel 1979, è ormai un ricordo lontano. Già subito dopo la salita al potere, il governo dei mullah ha fatto sì che le richieste rivoluzionarie da parte dei lavoratori o di ridistribuzione della terra da parte dei contadini fossero disattese. Il regime si è subito messo al servizio della grande borghesia compradora e dei latifondisti, reprimendo le proteste delle masse popolari. Così già verso la fine degli anni Ottanta, sono stati sterminati all’incirca 30 mila tra progressisti, rivoluzionari e comunisti, in particolare i marxisti-leninisti-maoisti. Da allora, il comunismo è bandito nel paese.
Ne consegue che i richiami del regime iraniano all’ “antimperialismo” sono solo richiami puramente formali, funzionali alla strategia espansionista dei settori attualmente egemoni del capitalismo burocratico. L’opposizione dell’Iran all’imperialismo statunitense, con cui comunque non disdegna di accordarsi su alcune questioni, si accompagna al fatto che l’Iran si ritrova oggi in uno stato di dipendenza da altre potenze imperialiste come la Francia e soprattutto la Russia e la Cina.
In Italia alcuni settori (come ad esempio Proletari Comunisti-PCm[1]) hanno dato l’indicazione della partecipazione alle diverse manifestazioni che si sono svolte in Italia, evidenziando un loro modo di fare essenzialmente codista e movimentista.
Queste manifestazioni non sono promosse “in maniera spontanea” da settori politici o di massa progressivi, ma sono alimentate dall’imperialismo statunitense, da partiti reazionari[2] e da agenti di una frazione attualmente minoritaria della borghesia compradora iraniana (la cosiddetta “comunità iraniana”) e hanno quindi un contenuto essenzialmente sciovinista. Sostenerle, senza essere minimamente in grado di esercitare al loro interno un’egemonia politica di segno progressivo e rivoluzionario, significa sostanzialmente sostenere l’egemonia dominante, che è appunto quella imperialista.
All’opposto altri settori della cosiddetta “sinistra rivoluzionaria” hanno liquidato la questione delle ribellioni delle masse popolari iraniane come espressione di una “rivoluzione colorata”, sostenendo sostanzialmente la posizione governativa, legittimando di fatto la repressione del regime reazionario e schierandosi con l’imperialismo russo e il social-imperialismo cinese. Queste concezioni si basano su una visione distorta dell’anti-imperialismo, essenzialmente basata sulla “Teoria dei Tre Mondi” di Deng Xiaoping (in Italia reintrodotta dal circolo di Losurdo), secondo cui l’elemento propulsivo dell’anti-imperialismo non è la lotta delle masse popolari e dei popoli, ma gli accordi e la collaborazione con governi e potenze imperialiste borghesi.
Come Nuova Egemonia sosteniamo che una delle contraddizioni fondamentali del nostro tempo è la lotta dei popoli contro l’imperialismo e la grande borghesia burocratica e compradora al suo servizio. Quindi non possiamo che sostenere la lotta delle masse popolari iraniane come elemento che entra in contraddizione con i diversi schieramenti imperialisti e che si muove oggettivamente nella direzione della tendenza alla rivoluzione proletaria.
Tramite la sua feroce repressione anti-comunista, il regime ha impedito sino ad oggi che questa rivolta potesse essere guidata da un partito marxista-leninista-maoista espressione del proletariato e fondato su una teoria corretta, permettendo invece a una parte della grande borghesia compradora locale, in stretta connessione con l’imperialismo americano, di strumentalizzarla a suo favore.
Nell’attuale fase della crisi generale dell’imperialismo che scatena la protesta e la ribellione dei popoli oppressi dall’imperialismo e dal capitalismo burocratico in Iran come in tanti altri paesi del mondo, solo la guerra popolare guidata dal partito del proletariato può portare un’effettiva democrazia, una vera pace e una reale indipendenza nazionale. Senza la direzione di un partito fondato sull’ideologia guida marxismo-leninismo-maoismo non c’è vera rivoluzione, non c’è la possibilità di sfuggire alle strumentalizzazioni delle classi reazionarie o di questo o quel paese imperialista.
NUOVA EGEMONIA
[1] https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/10/iran-non-possiamo-tornare-indietro.html
https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/10/pc-19-ottobre-iran-allorrore-senza-fine.html
https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2022/10/iran-allorrore-senza-fine-la-rivolta.html
https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/10/pc-17-ottobre-milano-domenica-nuova.html
https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2022/10/questa-volta-non-e-una-rivolta-e-una.html
[2] https://www.bolognatoday.it/cronaca/iran-presidio-centro-bologna.html
https://www.lapresse.it/politica/2022/10/13/iran-sit-in-davanti-allambasciata-ce-anche-letta/