SVILUPPARE LA LOTTA ANTI-FASCISTA CONTRO IL GOVERNO MELONI, COSTRUIRE IL FRONTE DEMOCRATICO POPOLARE ED IL PARTITO MARXISTA-LENINISTA-MAOISTA

SVILUPPARE LA LOTTA ANTI-FASCISTA CONTRO IL GOVERNO MELONI, COSTRUIRE IL FRONTE DEMOCRATICO POPOLARE ED IL PARTITO MARXISTA-LENINISTA-MAOISTA. Il 25 Ottobre alcuni studenti che protestavano pacificamente contro un convegno organizzato dai fascisti Azione Universitaria sono stati brutalmente aggrediti dalla polizia mentre cercavano di attaccare uno striscione. In risposta a questi fatti gli studenti della Sapienza hanno occupato simbolicamente per un giorno l’aula del Dipartimento di Scienze Politiche.

Il 31 Ottobre è stato pubblicato il decreto-legge comprensivo delle cosiddette norme anti-rave che sanciscono un nuovo tassello di una legislazione speciale orientata alla repressione delle manifestazioni e delle iniziative di opposizione.

In questo quadro si profilano nuove decisioni e norme contro il diritto d’aborto, l’immigrazione, il reddito di cittadinanza, il diritto alla salute ed alla vita in particolare delle fasce “fragili” ed “ultra-fragili” dei lavoratori e dei cittadini (si veda la linea negazionista della Meloni rispetto alla perdurante pandemia).

Il governo Meloni come abbiamo più volte detto e denunciato in opposizione ad una diffusa, generale e pericolosa opinione, è un governo di rottura della continuità, un governo che sta operando e sempre più vorrà operare per accelerare la fascistizzazione e la corporativizzazione dello Stato in funzione del tentativo di un’auto-cristallizzazione in regime (tramite il presidenzialismo, nuove leggi reazionari e liberticide ecc.).

Gli studenti del Liceo Manzoni di Milano hanno intrapreso un’occupazione occupato dopo i risultati delle elezioni del mese scorso. Quelli della Sapienza hanno occupato l’università subito dopo le manganellate. Si sta manifestando nel paese dalla questione dell’aborto, all’immigrazione, al carovita, alle spese militari, alle condizioni di vita e di lavoro, la consapevolezza della necessità di scendere in campo contro un governo al servizio del grande capitale, del fascismo e della guerra interimperialista.

Oggi in Italia è necessario in primo luogo sviluppare la mobilitazione sino ad arrivare, nelle condizioni attuali, alla formazione di un grande movimento di lotta antifascista capace di scacciare il governo in carica sul modello della lotta contro il governo Tambroni della primavera-estate 1960. È necessario seguire questa linea assumendo sin da ora la prospettiva della formazione di un fronte popolare e di un governo di fronte popolare per l’organizzazione di una nuova Resistenza Partigiana per un Nuovo Stato Democratico Popolare sulla via del Socialismo.

Non si può assolvere a questi compiti senza riprendere e portare avanti nelle condizioni attuali il Cammino di Antonio Gramsci, senza arrivare alla costruzione di un nuovo partito comunista che oggi richiede il marxismo-leninismo-maoismo come guida teorica ed ideologica.

Il revisionismo togliattiano ha fatto arretrare la resistenza antifascista, interrompendo la rivoluzione popolare e permettendo a parte consistente dei vecchi apparati monarchici e fascisti di mantenere, all’ombra dell’imperialismo USA e con l’appoggio del Vaticano, di fatto il controllo del paese. In modo del tutto analogo ha interrotto il Cammino di Gramsci e posto alcune premesse per una situazione che, a distanza ormai di 70-80 anni, continua a vedere nel nostro paese l’assenza di un effettivo partito comunista.

Oggi nel nostro paese i partiti elettoralisti populisti di sinistra più o meno rosso-bruni (ma il Partito di Rizzo è solo il caso più evidente) si prendono gioco dell’opposizione al governo fascista in carica, definendo il fascismo un “pericolo immaginario” e continuando a definire lo stesso governo Meloni come un “governo dei padroni” come tutti gli altri.

Questi partiti non si differenziano particolarmente dai vari gruppetti trozkisti, bordighisti, operaisti ed economicisti che, pur affermando la necessità della lotta e dell’opposizione al governo in carica, ben si guardano dal riconoscere che il governo Meloni è un governo, nei fatti, che opera per affermare e rendere irreversibile una rottura istituzionale. Questi gruppi derubricano la lotta contro la fascistizzazione e la corporativizzazione dello Stato a semplice “lotta contro la repressione” oppure, con una terminologia confusa ed eclettica, alla “lotta contro il fascismo moderno”.

Queste tesi si basano su un’idea piatta e riformista dello sviluppo della crisi dell’imperialismo e vedono il passaggio tra un governo e l’altro come una semplice alternanza. A governare il capitalismo sarebbero “sempre gli stessi”, “sempre i padroni”, “sempre il capitale”. In questo modo si nega l’approfondimento della crisi dell’imperialismo, l’accentuazione delle contraddizioni, il compito politico più importante ed attuale, quello della preparazione della rivoluzione popolare e della costruzione del partito marxista-leninista-maoista. Queste concezioni che si presentano come marxiste, rivoluzionarie, internazionaliste, ecc. sono in realtà sindacaliste, economiciste, movimentiste. Non si vede come la grande borghesia, nella crescente decadenza dello stadio dell’imperialismo, debba invece fare ricorso a continui salti qualitativi reazionari per evitare che la situazione le sfugga di mano. In questo modo la tendenza al fascismo, la corporativizzazione statale, l’offensiva economica contro le masse popolari, la guerra inter-imperialista, si approfondiscono sempre di più. 

 
È questo che in ultima analisi ha realmente determinato ed imposto la crisi ed il superamento del governo Draghi, che ha sancito sostanzialmente l’archiviazione della politica delle “Larghe Intese” e il varo di un governo politico. Un governo legittimato da una maggioranza garantita da una legge elettorale truffa espressione anch’essa della fascistizzazione dello Stato e della dissoluzione degli stessi ordinamenti formali liberali e costituzionali. Un governo, quello insediatosi nella vita odierna del paese, per portare avanti in maniera più efficace tutta quella serie di direttrici di rilevanza strategica che una maggioranza eterogenea come quella di Draghi non poteva più garantire. Da qui la pericolosa dinamica a spirale tra una forza neofascista al governo, un grado sempre più elevato di fascistizzazione degli apparati di Stato, una sempre più alta restrizione degli spazi di democrazia e un conflitto inter-imperialista che minaccia di estendersi ad altri teatri. Tutti questi fatti dimostrano in modo inconfutabile che la tendenza al fascismo è una tendenza oggettiva che nasce sul terreno della decomposizione della democrazia liberale borghese, del rafforzamento del capitalismo monopolistico di Stato e della fusione tra banche e capitalisti in monopoli sempre più grandi ed accentrati.
Ciò conduce a spostare il terreno delle reali decisioni dal piano della dialettica parlamentare e della conflittualità sindacale a quello dei centri economici, politici e militari del Capitalismo monopolistico di Stato, pubblico e privato e delle grandi corporazioni costituitesi sotto il loro controllo. I poteri vengono sempre più accentrati sull’esecutivo e il parlamento è ridotto a mero passacarte. In questo senso la Costituzione repubblicana e la democrazia liberale sono oggi una farsa.

È necessario non solo costruire un fronte per la democrazia e la rivoluzione popolare, ma prima di tutto è necessario assumere il fatto che senza un effettivo partito non è in realtà possibile andare in questa direzione. Si deve assumere, come base ideologica per la costruzione di tale partito, il marxismo-leninismo-maoismo. Si tratta di una teoria che, tra l’altro, ha sintetizzato effettivamente le grandi esperienze anti-fasciste del VII Congresso dell’Internazionale Comunista e del fronte anti-fascista mondiale guidato dall’Unione Sovietica e dalla Cina di Mao, delle esperienze della resistenza contro il nazi-fascismo e, in molti paesi europei, della conseguente costruzione delle democrazie popolari, dell’esperienza della Grande rivoluzione Cinese. Solo questa teoria può dare nel nostro paese effettivo fondamento e prospettiva alla lotta anti-fascista ed a quella contro la guerra inter-imperialista.

Sulla base di questa teoria bisogna lavorare in due direzioni: 1) la costruzione della soggettività politica, del partito che, effettivamente fondato su questa teoria, sia in grado di produrre dei quadri complessivi in grado di svolgere un ruolo dirigente nel rapporto con crescenti settori del proletariato e  delle masse popolari; 2) la costruzione di un fronte popolare antifascista che riunisca gli elementi più rivoluzionari, anticapitalisti, democratici e antifascisti delle classi popolari e dei lavoratori nella prospettiva della rivoluzione popolare. Questi compiti non sono rimandabili, ma anzi diventano più urgenti a mano a mano che la guerra, il caro-vita e la crisi economica fanno sentire i loro riflessi anche nel sistema politico. Le organizzazioni che si oppongono alla lotta anti-fascista e che fanno riferimento alle concezioni del riformismo, del populismo, del rossobrunismo “di sinistra” e dell’economicismo in ultima analisi favoriscono, volontariamente o meno, l’avanzata del fascismo. Alle concezioni riformiste della lotta per la salvaguardia di una presunta democrazia borghese va contrapposta la prospettiva della lotta rivoluzionaria per un governo democratico-popolare, una lotta che rompa effettivamente con il grande capitale e con l’imperialismo. Alle concezioni spontaneiste e movimentiste che negano la necessità del partito va contrapposta la lotta tra le due linee per l’unità dei comunisti sulla base del marxismo-leninismo-maoismo e per la formazione di un centro dirigente di partito e di un blocco di classe rivoluzionario sotto l’egemonia del proletariato.

NUOVA EGEMONIA

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