MILITANTI PER LA CASA: UNA SENTENZA CHE EVIDENZIA IL PROCESSO DI FASCISTIZZAZIONE IN ATTO

La sentenza che ha colpito i militanti del movimento di lotta per la casa deve essere vista dentro il quadro della fascistizzazione in atto delle istituzioni del nostro paese. Fascistizzazione che è cominciata ben prima dell’attuale governo. 

Pensiamo solamente che chi occupa una casa gli viene tolta la residenza, e questo dispositivo legislativo è del Governo Renzi. Questa sentenza fa un salto di qualità a livello repressivo poiché si usa un reato associativo (l’associazione a delinquere). Di recente l’uso del reato associativo è stato usato contro le lotte che si sono sviluppate nella logistica contro militanti del S.I.COBAS e dell’USB.

Certamente l’uso dei reati associativi è uno strumento per impedire alla classe operaia e alle masse popolari in genere di organizzarsi per difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro.  La repressione nasce dal fatto che si vuole impedire a chi è colpito dalla crisi di organizzarsi. Certamente l’uso del reato di associazione a delinquere è funzionale a questo scopo, poiché cerca di gettare fango e isolare chi tenta di difendersi.

La lotta alla repressione deve essere fatta attuando una linea di massa. È un errore che si fa vedendola solo come un “fatto che riguarda i compagni” e non come un’azione contro la resistenza che le masse popolari attuano al procedere della crisi.

NUOVA EGEMONIA

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