Traduciamo e pubblichiamo, come Nuova Egemonia, un importante articolo che celebra l’ottantesimo anniversario della vittoria di Stalingrado. Sii tratta di un utile contributo alla lotta contro il revisionismo ed il trotskijsmo per la difesa del Compagno Stalin, della Terza Internazionale e del suo storico VII congresso. Il testo originario in lingua spagnola è postato sul sito “Internacional Comunista” (https://ci-ic.org/es/2023/01/31/en-el-80o-aniversario-de-la-victoria-de-stalingrado/).
Nell’80º anniversario della vittoria di Stalingrado
31. January 2023
Nella ‘Dichiarazione Politica e di Principi’ la Lega Comunista Internazionale, giustamente dichiara: “Assumiamo la posizione del Presidente Mao sul ruolo del compagno Stalin. Egli è stato un grande marxista. Inoltre, si deve tenere conto che è stato lui a sintetizzare brillantemente il leninismo. Noi comunisti oggi abbiamo il compito di assumere la difesa del suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale, nell’Internazionale Comunista, in particolare nel suo VII Congresso Internazionale.” Quest’ultima questione assume un’importanza particolare per questo articolo che celebra la devastante vittoria nella battaglia di Stalingrado.
Il peso e il significato di questa grande ed eroica battaglia sono stati indicati correttamente dal presidente Mao Tse-Tung: “Questa battaglia non è solo il punto di svolta della guerra sovietico-tedesca, o anche dell’attuale guerra mondiale antifascista, è il punto di svolta nella storia di tutta l’umanità”.
La guerra condotta dall’URSS, così come fu definita in modo assolutamente corretto, fu una Grande Guerra Patriottica, una giusta guerra di difesa. Oltre alla gloriosa ed eroica difesa, , che è costata più di 25 milioni di vite, in cui l’URSS sotto la direzione del compagno Stalin ha dovuto applicare la tattica della terra bruciata per difendere il suo territorio, per difendere la patria socialista, la lotta antimperialista si è sviluppata enormemente nelle nazioni oppresse durante questa fase.
Il Presidente Mao Tse-Tung indicò giustamente: “La sacra guerra di resistenza dell’Unione Sovietica contro l’aggressione fascista si combatte non solo per autodifesa, ma in difesa di tutte le nazioni che lottano per liberarsi dalla schiavitù fascista. Per i comunisti di tutto il mondo il compito è ora quello di mobilitare i popoli di tutti i paesi e organizzare un fronte internazionale unito per combattere il fascismo e difendere l’Unione Sovietica, difendere la Cina e difendere la libertà e l’indipendenza di tutte le nazioni”.
I popoli del mondo si sollevarono per la giusta causa e versarono il loro prezioso sangue non solo nella guerra contro l’Asse, ma anche contro i rispettivi padroni imperialisti, dando inizio alla grande lotta anticoloniale nella seconda metà del XX secolo .
Nell’inverno del 1941/42, l’Unione Sovietica, sotto la direzione e il comando del compagno Stalin, aveva già respinto con successo un feroce attacco nazista-tedesco sulla parte occidentale del paese, che aveva l’obiettivo di conquistare la capitale, Mosca. La Wehrmacht nazista, incapace di vedere che ogni tentativo di schiacciare l’acciaio bolscevico temperato dal grande Lenin e Stalin era destinato al fallimento, lanciò l’offensiva sulla Russia meridionale nell’estate del 1942. Hanno puntato a Stalingrado, perché la città serviva da centro industriale in Russia, producendo, tra gli altri beni importanti, artiglieria per le truppe del paese. Il fiume Volga, che attraversa la città, era anche un’importante rotta marittima che collegava la parte occidentale del paese con le sue lontane regioni orientali. I nazisti volevano, tramite la Wehrmacht, occupare Stalingrado, considerando la sua importanza, e questo anche per scopi propagandistici, dato che portava il nome di Stalin. Per questi stessi motivi c’era una particolare necessità di difenderla. La 6ª Armata della Wehrmacht iniziò il suo assalto il 23 agosto 1942.
Il compagno Stalin, come comando supremo, dettò personalmente l’Ordine 227, alla fine di luglio 1942, al fine di elevare il livello dello spitrito di sacrificio e di lotta delle forze armate al livello di quello del popolo:
“Il nemico immette nuove forze al fronte senza curarsi delle grandi perdite già subite e penetra profondamente nell’Unione Sovietica, impadronendosi di nuove regioni, distruggendo le nostre città e villaggi, e stuprando, saccheggiando e uccidendo la popolazione sovietica. Si combatte nella regione di Voronej, vicino al Don, a sud, e alle porte del Caucaso settentrionale. Gli invasori tedeschi penetrano sino a Stalingrado, nel Volga e vogliono a tutti i costi catturare Kuban e il Caucaso settentrionale, con il loro petrolio e cereali. [… ] Parte delle truppe del fronte meridionale, lasciandosi fuorviare dai seminatori del panico, hanno lasciato Rostov e Novochercassk senza opporre resistenza, senza aspettare gli ordini proveninti da Mosca, coprendo di vergogna i loro stendardi.
La popolazione del nostro paese, che ama e rispetta l’Armata Rossa, comincia a scoraggiarsi, e inizia a perde la fiducia , e molti maledicono l’Armata Rossa per aver aver lasciato il nostro popolo sotto il giogo degli oppressori tedeschi, e fugge stesso verso est. Alcuni imcompetenti posizionati al fronte paìsembrano tranquilli e venno dicendo che possiamo ritirarci più a est, perché abbiamo molto territorio, molto terreno, molta popolazione e ci sarà sempre molto pane per noi. Vogliono giustificare l’infame comportamento tenuto al fronte. Ma tali parole sono false, utili solo ai nostri nemici.
Ogni comandante, soldato dell’Armata Rossa e commissario politico deve capire che i nostri mezzi non sono illimitati. Il territorio dello Stato sovietico non è un deserto, ma è composto persone: operai, contadini, intellettuali, i nostri padri, madri, mogli, fratelli, figli. Il territorio dell’URSS che il nemico ha catturato e intende catturare è pane e altri prodotti per l’esercito, metallo e carburante per l’industria, fabbriche, impianti che forniscono armi e munizioni all’esercito, ferrovie. Dopo la perdita dell’Ucraina, della Bielorussia, delle repubbliche baltiche, di Donetzk e di altre zone, abbiamo molto meno territorio, molte meno persone, pane, metallo, impianti e fabbriche. Abbiamo perso più di 70 milioni di persone, più di 800 milioni di sterline di pane all’anno e più di 10 milioni di tonnellate di metallo all’anno. [… ] Tornare più indietro – significa disperdere noi stessi e allo stesso tempo abbandonare la nostra Patria. È quindi necessario farla finita con il discorso secondo cui avremmo la capacità di indietreggiare senza fine, che abbiamo ancora molto territorio, che il nostro paese è grande e ricco, che c’è una grande popolazione, e che il pane sarà sempre abbondante. Questi discorsi sono falsi ed esprimono un punto di vista da parassitari, ci indeboliscono e avvantaggiano il nemico; se non smettiamo di indietreggiare resteremo senza pane, senza combustibile, senza metallo, senza materie prime, senza fabbriche e piante, senza ferrovie. Questo ci porta alla conclusione, che è arrivato il momento di finire di tornare indietro. Non un passo indietro! [… ] È impossibile tollerare che comandanti e commissari lascino che le unità ed abbandonino le loro posizioni. È impossibile tollerare che comandanti e commissari ammettano che alcuni che diffondo il panico hanno possano determinare la situazione sul campo di battaglia, coinvolgere altri soldati e aprire il fronte al nemico. I propagatori del panico e i codardi devono essere giustiziati i sul posto.
D’ora in poi, le salde regole per la disciplina per ogni comandante, soldato dell’Armata Rossa e commissario devono rispondere al seguente principio: non un singolo passo indietro senza ordine del comando superiore. I comandanti di compagnie, battaglioni, reggimenti e divisioni, così come i corrispondenti commissari, che si ritirano senza ordini dei superiori, sono traditori della Patria. Questi sono gli ordini della nostra Patria. Eseguire questo ordine – significa difendere le nostre terre, salvare la Patria, sterminare e conquistare l’odiato nemico. “
I nostri eroici soldati rossi riuscirono inizialmente a frenare l’avanzata della Wehrmacht durante una serie di schermaglie a nord di Stalingrado, offrendo oltre 200.000 vite e contenendo con successo le orde naziste. Si decise di non fuggire ma di resistere e quindi di non evacuare gli oltre 400.000 abitanti della città. Gli uomini e le donne, anche i più giovani, di Stalingrado sono diventato protagonisti nelle attività necessarie per la conduzione della guerra: combattimento, costruzione, spionaggio, approvvigionamento, ecc. Anche quando le mura di Stalingrado iniziarono a cedere a causa dei continui bombardamenti della Luftwaffe o dei forti attacchi dell’artiglieria, il popolo rimase fermo.
L’operazione Urano, guidata da Georgy Zhukov e Aleksandr Vasilevsky, organizzò le truppe russe sulle montagne a nord e ovest della città. Da lì hanno lanciato un contrattacco. Pagando il prezzo necessario, l’Armata Rossa riuscì a circondare la città alla fine di novembre 1942, catturando i quasi 300.000 soldati tedeschi e dell’Asse (principalmente italiani e rumeni). Privando le forze nemiche di rifornimenti vitali ed prendendole in una morsa sempre più stretta.
Vicino a Stalingrado, l’Armata Rossa vinse importanti battaglie, anche a Rostov sul Don, a circa 250 chilometri da Stalingrado. Così, le forze nemiche furono indebolite e disperse in quella parte del fronte e l’Operazione Piccolo Saturno nell’ovest di Stalingrado ebbe successo. Con gli uomini, non con le armi, dimostrando ancora una volta che il principio marxista su ciò che è il lato principale è quello p giusto, hanno stritolato gli invasori e condotto la più grande battaglia di guerra nelle città mai vista prima. È stata una guerra non solo di strada in strada, né solo di casa in casa o di cantina in cantina, né di piano in piano, ma di stanza in stanza, capace di generare il più grande eroismo, capitoli che hanno scosso il mondo.
Sull’importanza della battaglia di Stalingrado per tutto il corso della guerra, il Presidente Mao ha dichiarato: “…in questa guerra l’attuale attacco a Stalingrado è l’espressione dell’ultima lotta disperata dello stesso fascismo. Anche in questo momento decisivo della storia, molte persone del fronte antifascista mondiale si sono lasciate ingannare dalla feroce apparenza del fascismo e non hanno saputo discernere la sua essenza. Per quarantotto giorni si è svolta una battaglia senza precedenti nella storia dell’umanità: dal 23 agosto, quando tutte le forze tedesche attraversarono la curva del fiume Don e iniziarono l’attacco totale contro Stalingrado, fino al 15 settembre, quando alcune unità tedesche hanno fatto irruzione nel distretto industriale della parte nord-occidentale della città, e fino al 9 ottobre, quando l’Ufficio informazioni sovietico ha annunciato che l’Armata Rossa aveva rotto la linea di accerchiamento tedesca in quel distretto. Questa battaglia fu vinta dalle forze sovietiche. Durante quei quarantotto giorni, le notizie di ogni battuta d’arresto o trionfo dei combattimenti in quella città si impadronirono dei cuori di innumerevoli milioni di persone, a volte suscitando la loro preoccupazione, a volte galvanizzandone lo spirito. Questa battaglia non è solo il punto di svolta della guerra sovietico-tedesca, o anche dell’attuale guerra mondiale antifascista, è il punto di svolta nella storia di tutta l’umanità. Durante questi quarantotto giorni, i popoli del mondo hanno osservato Stalingrado con una preoccupazione ancora maggiore di quella osservata da Mosca lo scorso ottobre. [… ] dopo la battaglia per la difesa di Stalingrado, la situazione sarà completamente diversa da quella dello scorso anno. Da un lato, l’Unione Sovietica lancerà una seconda controffensiva invernale su larga scala, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti non saranno più in grado di ritardare l’apertura del secondo fronte (anche se non è ancora possibile prevedere la data esatta)e i popoli d’Europa saranno pronti ad alzarsi in risposta. D’altra parte, la Germania e i suoi complici europei non avranno più le forze per organizzare offensive su larga scala, e Hitler non avrà altra alternativa che cambiare tutta la sua linea politica verso la difesa strategica. “
Sappiamo tutti, e dobbiamo ricordarlo, che l’offensiva fascista condotta dai nazisti, alla quale hanno contribuito i fascisti italiani e spagnoli e altri come i romeni, gli ungheresi e anche il gruppo criminale di Bandera dell’Ucraina, e che sfruttò tutta la potenza economica di un’Europa sottomessa, lanciò nell’invasione milioni di uomini, tra cui il fiore all’occhiello dell’esercito tedesco, la sua forza aerea. Ma il compagno Stalin aveva saggiamente gestito la diplomazia con grande sottigliezza.
Da segnalare la sagacia e la preparazione del servizio di intelligence sovietico. Che servizio di intelligence. Sapevano il giorno esatto dell’invasione nazista.
L’Unione Sovietica ha applicato una difesa strategica insieme alla tattica della terra bruciata, che non ha lasciato loro che terra bruciata, fango, cenere insieme ai partigiani più coraggiosi, determinati e risoluti dietro le linee nemiche. Hanno avuto l’audacia, il coraggio di far saltare in aria opere monumentali come la famosa diga che collega il Volga al Don che tanti anni di fatica aveva richiesto. I tedeschi non hanno mai immaginato che sarebbe stato possibile, hanno pensato che questo lavoro non sarebbe stato fatto saltare, perché era troppo importante e aveva costato molto.
Era in gioco la dittatura del proletariato, era in gioco la rivoluzione, in queste condizioni non ci si può fermare a pensare, come diceva il Presidente Mao, al problema della difesa di qualche palmo di terreno, né ci si può far condizionare da questo tipo di problemi. I nazisti si sono schiantati alle porte di Leningrado, alle porte di Mosca e di Stalingrado; ma non solo su quelle. La tattica della terra bruciata è stata portata avanti, ma i guerriglieri partigiani e persino comuni uomini e donne con i loro fucili, munizioni e vodka aspettavano il nemico. Per annientare uno di questi coraggiosi eroi ed eroine, i tedeschi perdevano in media 10 uomini.
L’offensiva fascista era un piano militare molto sofisticato, così i più alti e illuminati capi militari tedeschi elaborarono questo piano e la scuola tedesca ha una tradizione bellica molte volte sperimentata: in tre mesi pianificarono di conquistare l’URSS.
In previsione di quest’aggressione il Compagno Stalin, aveva già preso opportuni provvedimenti fin dagli anni ’30 quando avvenne la grande trasformazione del campo e dell’industria, ed erano già state spostate fabbriche oltre gli Urali, considerando anche la possibilità di arrivare fino a Mosca, perché è sicuro, tutto era
già stato avviato nel caso in cui alla fine non si potesse difendere Mosca, anche se questa fosse stata la decisione presa, era già previsto il trasferimento della direzione e del centro negli Urali. Quindi la prima cosa che fu fatta fu prendere disposizioni per il trasferimento di Lenin, perché non poteva cadere nelle sporche mani dei miserabili figli dell’inferno, non poteva cadere.
Ma l’ordine, dopo che le truppe naziste erano penetrati fino a quel punto, era di interrompere ogni arretramento. È memorabile, e dobbiamo sempre ricordare che il 7 novembre, anniversario della rivoluzione, non si aveva un posto dove celebrarlo e si riteneva impossibile poterlo fare; Il compagno Stalin allora ha detto: “alla stazione”, “ma lì non c’è il marciapiede, non ci sono posti a sedere”, il compagno Stalin è salito su un palco e ha parlato per celebrare la rivoluzione, dicendo: “Quanti di noi erano lì quando abbiamo preso il potere, quali forze avevamo quando abbiamo rifiutato l’aggressione imperialista subito dopo la Rivoluzione d’Ottobre? Li schiacceremo e annienteremo la bestia nella sua tana a Berlino”.
Sono cose da ricordare, per apprezzare il compagno Stalin bisogna guardare alla seconda guerra mondiale. Sappiamo tutti come si sviluppò allora la grande resistenza, la rottura delle linee tedesche, dell’assedio di Stalingrado, dove i comandanti tedeschi, lo stesso Hitler, ordinarono di non ritirarsi davanti a quei subumani inferiori. Quegli inferiori, i barbari, i mongoli, li hanno cacciati come topi e le truppe naziste hanno dovuto arrendersi.
È sempre bene ribadirlo: Stalin, abile e saggio dirigente della guerra, ha sempre tenuto conto dell’elemento morale, ha fatto sfilare tutti i nazisti sconfitti e arresi e ha gettato le loro bandiere, le loro aquile e le loro svastiche ai piedi del mausoleo di Lenin; non solo una grande sconfitta militare, ma anche una grande sconfitta morale! L’arroganza nazista era stata affondata nel fango e calpestata, fu il più grande colpo morale che avesse mai ricevuto, e quello fu l’inizio del crollo della Wehrmacht nazista.
Nel febbraio 1943 il compagno Stalin rilevò: “Tre mesi fa le truppe dell’Armata Rossa iniziarono la loro offensiva negli accessi a Stalingrado. Da allora l’iniziativa nelle operazioni militari è rimasta nelle nostre mani e il ritmo e la potenza di attacco delle operazioni offensive dell’Armata Rossa non si sono indeboliti. Oggi, nelle dure condizioni invernali, l’Armata Rossa avanza su un fronte di 1.500 chilometri e ottiene successi praticamente ovunque. A nord, vicino a Leningrado, sul fronte centrale, agli accessi a Kharkov, nel bacino del Donets, a Rostov, sulle rive del Mar d’Azov e del Mar Nero, l’Armata Rossa annienta dopo colpo le truppe hitleriane. In tre mesi l’Armata Rossa ha liberato dal nemico il territorio delle regioni di Voronezh e Stalingrado, le repubbliche autonome di Ceceno-Inguscezia, Ossezia del Nord, Kabardino-Balkaria e Kalmyk, i territori di Stavropol e Krasnodar, le regioni autonome di Cherkess (Circasia), Karachaisu e Adygeisu e quasi tutte le regioni di Rostov, Kharkov e Kursk.
[… ] solo nell’inverno del 1942-43, i tedeschi hanno perso più di 7.000 carri armati, 4.000 aerei, 17.000 cannoni […] dall’inizio della guerra, ha messo fuori combattimento circa 9.000.000 uomini, tra ufficiali, militari e membri delle bande naziste e dei loro alleati fascisti,, di cui non meno di 4 milioni di morti sul campo di battaglia.
[… ] in primo luogo, la debolezza dell’esercito tedesco è data dalla scarsità di riserve di manodopera e, di conseguenza, non si sa da quali fonti saranno reintegrate queste perdite. [… ] l’Armata Rossa è diventata un esercito esperto. [… ] milioni di uomini dell’Armata Rossa sono diventati maestri nell’uso e nella costruzione delle loro armi […]
Non può essere considerato un caso che il Comando dell’Armata Rossa non solo liberi il suolo sovietico dal nemico, ma non permetta al nemico di uscire vivo dal nostro suolo, effettuando operazioni importanti come l’accerchiamento e l’annientamento di eserciti nemici che rappresentano esempi di arte militare. Questo è senza dubbio un segno della maturità dei nostri comandanti.
Non c’è dubbio che solo la giusta strategia del Comando dell’Armata Rossa, e la tattica flessibile dei nostri comandanti che la eseguono, hanno potuto portare a un evento eccezionale come l’assedio e l’annientamento a Stalingrado di un enorme esercito scelto di tedeschi, che contava 330.000 uomini. “
I nostri compagni brasiliani hanno sottolineato: La vittoria contro il fascismo nella seconda guerra mondiale è uno dei grandi eventi storici del processo della rivoluzione mondiale proletaria, il campo imperialista si è trovato profondamente colpito, tre importanti potenze imperialiste sono state sconfitte – Germania, Giappone e Italia – ciò che deve essere seriamente studiato per la sua giusta e corretta comprensione, deve essere sottolineato e celebrato.
Per quanto riguarda la valutazione di questa esperienza storica, il Partito comunista cinese ha affermato:
“In primo luogo, la storia della guerra antifascista dimostra che il sistema socialista ha un’enorme vitalità che può resistere alla prova più severa e che uno Stato di dittatura del proletariato è invincibile.
In secondo luogo, la storia della guerra antifascista dimostra che l’imperialismo è la fonte di tutte le guerre dei tempi moderni, che la natura aggressiva dell’imperialismo non cambierà e che, Pertanto, per difendere la pace mondiale è necessario perseverare nella lotta contro l’imperialismo.
In terzo luogo, la storia della guerra antifascista dimostra che la guerra dei popoli è sicura per la vittoria, che è completamente possibile sconfiggere gli aggressori imperialisti, che l’imperialismo è una tigre di carta, apparentemente forte, ma in realtà debole, e che la bomba atomica è anche una tigre di carta ed è il popolo e non le armi, di qualsiasi genere, che decide l’esito della guerra.
In quarto luogo, la storia della guerra antifascista dimostra che, per sconfiggere l’aggressore imperialista, è imperativo confidare nell’unità delle forze rivoluzionarie dei popoli di tutti i paesi, attirare al nostro fianco tutte le forze che possono essere guadagnate, formare il fronte unico internazionale più ampio possibile e concentrare i nostri colpi sul nemico principale dei popoli del mondo. “
Sotto le armi della gloriosa Armata Rossa la Germania nazista fu distrutta, il socialismo e la dittatura del proletariato sorsero persino nella Germania dell’Est. La Bandiera Rossa del Partito Comunista e dell’URSS sventolando sul semi-distrutto l Reichstag tedesco. E’ stato un innegabile grande momento del proletariato internazionale che simboleggia tutta l’eroica e gloriosa epopea della lotta contro il fascismo in difesa dell’URSS e dello sviluppo della rivoluzione proletaria mondiale. La frase pronunciata dal compagno Dimitrov quando si imbarcò in direzione dell’URSS dopo la grande vittoria alla Corte nazista di Lipsia si avverò così: “Renderemo sovietica la Germania!”.