Nell’anniversario di piazza Tienanmen salutiamo le lotta e gli scioperi sempre più numerosi del proletariato e delle masse contadine ed i gruppi maoisti che lavorano per la ricostruzione del Partito Comunista Cinese e per lo sviluppo di una vittoriosa guerra popolare in Cina contro il socialfascismo ed il socialimperialista del partito revisionista cinese oggi al potere che ha restaurato il capitalismo.
La propaganda borghese occidentale attraverso i suoi media ha cercato in tutti i modi ed ancora oggi, nell’anniversario della strage fascista di Piazza Tienanmen, di presentarsi come ispiratore ed egemone delle proteste operaie e studentesche. Tutto questo al fine di presentare il liberalismo anticomunista che vuole imporre un modello “democratico” simile a quello degli USA come unica alternativa al socialimperialismo cinese. Può darsi che a Piazza Tienanmen ci siano state infiltrazioni di elementi liberali corrotti ed anticomunisti che contestano da destra le politiche di “apertura e riforma” della cricca revisionista di Deng Xiaoping e dei suoi vassalli Li Peng, Zhao Ziyang e Yao Yilin. In realtà Piazza Tienanmen, nel suo complesso, ha in primo luogo espresso una volontà di resistenza e di ribellione delle masse popolari cinesi. Durante la repressione fascista dell’esercito sono riecheggiati “L’Internazionale” ed i canti della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Un operaio con una spilla di Mao sulla giacca ha detto ai giornalisti in piazza Tienanmen che: “Il problema è che le masse non sono più le padrone della società in Cina”.
Dopo il golpe controrivoluzionario del 1976 che ha abbattuto la dittatura del proletariato, le politiche di tipo capitalista hanno fortemente accentuato le disuguaglianze sociali tra campagna e città e velocemente provveduto all’eliminazione delle comuni popolari. Il vero limite delle proteste di Piazza Tienanmen è rappresentato dal fatto che le masse che si ribellavano si illudevano di poter migliorare la propria situazione sempre più pesante a causa delle politiche capitalistiche ed antipopolari e della feroce repressione contro le proteste e gli scioperi. Erano rivolte e proteste ancora prive di una vera leadership centralizzata. Il proletariato cinese ha imparato la lezione. Le masse che a Piazza Tienanmen rappresentavano il filo rosso della lotta di classe e che per impreparazione politica ed organizzativa si sono trovate disarmate di fronte la risposta dei carri armati, non sono tornate a manifestare nei successivi decenni in tali forme. La via della lotta di classe ha preso altre strade più efficaci, coscienti ed organizzate. Ed oggi gli scioperi, apparentemente spontanei, si moltiplicano giorno dopo giorno mentre nella clandestinità crescono le forze rivoluzionarie maoiste.