ROMPIAMO I DIVIETI DEL GOVERNO FASCISTA, SOSTENIAMO LE MANIFESTAZIONI DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE

Il governo fascista Meloni negli scorsi giorni ha deciso di approfittare della ricorrenza della giornata della memoria per far calare la mannaia dei divieti sulle manifestazioni in solidarietà con la resistenza del popolo palestinese. Si tratta di una decisione fondata su una squallida e disonesta equiparazione tra la solidarietà con un popolo che subisce un genocidio e l’anti-semitismo. I marxisti-leninisti-maoisti, eredi della migliore tradizione marxista, si sono sempre battuti strenuamente contro l’anti-semitismo, nel mentre esso trovava scuse e sostegni da parte delle attuali forze di governo, come nel caso del recente raduno neo-nazista ad Acca Laurentia. L’attuale lotta del popolo palestinese contro il tentativo di genocidio nazista di Israele non ha dunque nulla in comune con l’odio contro gli ebrei. Chi fa questo paragone mente sapendo di mentire.

Sul fronte internazionale vediamo una recrudescenza senza limiti della tendenza ormai preponderante alla Terza Guerra Mondiale imperialista. Mentre i palestinesi continuano a morire e a fuggire dalle loro case distrutte, il sostegno da parte dello Yemen alla Palestina, attraverso azioni di sabotaggio della navigazione nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso ha avuto come conseguenza ulteriori sofferenze e bombardamenti per il popolo yemenita, già provato da quasi un decennio di guerra barbarica compiuta dall’Arabia Saudita e dall’imperialismo americano. Tutto ciò non può che avere effetti nel nostro paese, dopo che il governo Meloni ha deciso di partecipare alla nuova “crociata” imperialista.

Ormai la propaganda goebbelsiana procede spedita linearmente con l’attuale processo di fascistizzazione. Il divieto di manifestazione, un tentativo da parte del governo di misurare la propria forza nel caso di altre possibili e auspicabili restrizioni autoritarie, ha suscitato una certa reazione. Ciò dimostra una certa tendenza da parte di consistenti settori di massa, in particolare di giovani, di “cani sciolti” e di “attivisti” ad uscire dal ritualismo legalitario che caratterizza mediamente le associazioni della società civile di sinistra, nonché di fatto anche la sinistra radicale e l’estrema sinistra. Questa reazione è da sostenere con forza, come la redazione di Nuova Egemonia ha fatto negli scorsi giorni e continuerà a fare.

Tuttavia la lotta antifascista è ancora poco estesa ed attesta una certa debolezza di questo movimento che non è ancora in grado di rompere la logica dei divieti, come ha dimostrato, nonostante il significativo tentativo, il caso della manifestazione di Milano che si è trovata a dover subire la repressione poliziesca. Tutto questo in totale assenza di una politica e di un’organizzazione complessiva di difesa e di salvaguardia degli interessi delle masse popolari.  

Inoltre, diversi gruppi come l’ANPI hanno boicottato le manifestazioni, indebolendole ulteriormente. Ne consegue che i numeri sono stati inferiori e che, di fatto, gruppi ed associazioni di questo tipo finiscono per percorrere la strada della conciliazione e dell’accordo con il governo fascista.

È necessario sostenere i settori più conseguenti e combattivi con le parole d’ordine del marxismo-leninismo-maoismo, quindi unire al sostegno alla causa palestinese anche la lotta per la costruzione di un effettivo partito comunista e la lotta contro le posizioni disfattiste e pacifiste di revisionisti e piccolo-borghesi che cercano di trasformare la questione palestinese in una carta di scambio con l’imperialismo e la borghesia. Sono anche le parole d’ordine arretrate di costoro che impediscono una seria presa di coscienza di questo movimento, la cui emancipazione non può che andare in direzione della lotta anti-fascista per un governo di Democrazia Popolare.

Sosteniamo invece, come esempio da seguire, le azioni e le manifestazioni di solidarietà dei maoisti in tutto il mondo con la lotta del popolo palestinese, in particolare quelle della Lega Comunista Internazionale e dei partiti maoisti nelle Filippine e nell’India.

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