È morto il 19 giugno Satnam Singh, il bracciante indiano barbaramente abbandonato senza soccorsi dopo aver perso un braccio durante il lavoro che svolgeva irregolarmente nella zona di Latina nel Centro-Sud della penisola. Un atto inumano, indice del grado di sfruttamento a cui sono sottoposti i braccianti nelle campagne, con turni estenuanti, salari bassissimi, continui soprusi e violenze, senza nessuna tutela e spesso anche senza contratto. Tutto questo è il frutto dell’arretratezza dell’agricoltura italiana, in particolare di quella centro-meridionale, che vede ancora la sopravvivenza, soprattutto nelle campagne, di rapporti di lavoro semi-feudali; tale residuo è organico al carattere marginale dell’imperialismo italiano, che si è sviluppato grazie alla leva dello Stato, il quale essenzialmente favoriva lo sviluppo dell’industria al nord a scapito della campagna, soprattutto al sud. Tale saccheggio ha impedito uno sviluppo capitalistico più progressivo del Meridione e ne ha perpetuato una condizione semicoloniale e semifeudale che, con le “riforme agrarie” degli anni Cinquanta, è approdata in questa parte dell’Italia, allo sviluppo di una sorta di capitalismo burocratico. Alla luce di tutto ciò è anche evidente che un paese imperialista marginale come l’Italia ha bisogno di seguire una via differente da quella della Rivoluzione d’Ottobre. Da cui la necessità della strategia della rivoluzione di lunga durata per uno Stato di democrazia popolare ad egemonia proletaria. Uno Stato che deve costituirsi su base federale nella prospettiva del socialismo, al fine di consentire una rinascita sul piano economico e politico al Sud e alle Isole.
Nuova Egemonia