80° anniversario della vittoria dell’Armata Rossa sovietica: NON MESCOLIAMO IL DIAVOLO CON L’ACQUA SANTA !

“La II guerra mondiale è dunque un fatto di grande importanza. Il prestigio dell’URSS era molto alto sulla terra, basta vedere i giornali dell’epoca. Così non si può accusare il compagno Stalin”. (Presidente Gonzalo, Primo Congresso del PCP)

“Il fronte unito rivoluzionario mondiale, con l’Unione Sovietica alla testa, sconfisse la Germania, l’Italia e il Giappone fascisti. Questo fu il risultato della Rivoluzione d’Ottobre. Se non ci fosse stata la Rivoluzione d’Ottobre, se non ci fossero stati il ​​Partito Comunista dell’Unione Sovietica, l’Unione Sovietica e nessun fronte unito rivoluzionario antimperialista in Occidente e in Oriente guidato dall’Unione Sovietica, si potrebbe concepire la vittoria sulla Germania, l’Italia, il Giappone fascisti e i loro lacchè? Se la Rivoluzione d’Ottobre ha aperto ampie possibilità per l’emancipazione della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo e ha aperto percorsi realistici verso di essa, allora la vittoria della Seconda Guerra Mondiale antifascista ha aperto possibilità ancora più ampie per l’emancipazione della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo e ha aperto percorsi ancora più realistici verso di essa. Sarebbe un gravissimo errore sottovalutare l’importanza della vittoria della Seconda Guerra Mondiale.” (Presidente Mao, “Forze rivoluzionarie del mondo unitevi, combattete contro l’aggressione imperialista!”, Novembre 1948).

L’8 maggio 1945 l’Armata Rossa sancisce, con la resa di Berlino, la sconfitta del nazifascismo. Le forze reazionarie dell’imperialismo occidentale capeggiate dagli USA e dalla GB avevano cercato invano di indirizzare il nazifascismo verso la conquista dell’URSS e la distruzione su scala mondiale delle forze coscienti e organizzate del proletariato, rappresentate in primo luogo dalla Terza Internazionale e dalle lotte rivoluzionarie da esse condotte, in particolare dalla grande rivoluzione cinese diretta dal PCC di Mao Tse Tung.

Dopo la storica vittoria dell’Armata Rossa del Grande Compagno Stalin nella battaglia di Stalingrado dei primi mesi del 1943, come ha affermato Mao Tse Tung, non solo era cambiato il volto della guerra, ma era cambiato il volto dell’intero sistema delle relazioni internazionali, della politica internazionale, dei rapporti di classe su scala mondiale.

Nel momento in cui l’imperialismo angloamericano ha iniziato a percepire che l’offensiva internazionale del nazifascismo contro l’URSS, la Cina, le forze democratico-popolari e comuniste dei vari paesi dell’Europa occidentale e, soprattutto, orientale, si stava trasformando in una rivoluzione proletaria mondiale minacciando la sopravvivenza dell’intero sistema imperialista, solo allora ha aperto un fronte di guerra contro la Germania, il Giappone e, in modo assai più parziale e relativo, come vedremo, contro l’Italia fascista.

Questa contraddizione ha aiutato la lotta per la sconfitta del nazifascismo e quindi giustamente l’URSS ha portato a termine una lungimirante politica di alleanza con l’imperialismo angloamericano, ma è ovvio che tale blocco imperialista aveva lo scopo di impedire che l’armata rossa e le forze guerrigliere partigiane, unite a quelle di Mao Tse Tung, potessero prevalere completamente espandendo l’enorme incendio già in atto della rivoluzione proletaria, antifascista, popolare e socialista, su scala mondiale.

L’Italia è un caso emblematico di tutto questo. La grande vittoria di Stalingrado ha reso evidente a tutti gli occhi del mondo che il nazifascismo sarebbe stato sconfitto e che questa sconfitta si avvicinava sempre più velocemente. Tutto questo ha approfondito la devastante crisi egemonica e statale del regime monarchico-fascista. Nella primavera del 1943 la parte maggioritaria di tale regime, con l’ordine del giorno Grandi, aveva in sostanza deciso di mettere fine all’asse con il nazismo tedesco. Il nazifascismo, grazie ai colpi dell’armata rossa, della rivoluzione cinese e delle innumerevoli guerre partigiane antifasciste allora in atto, iniziava a disgregarsi anche internamente. Mentre i fascisti di Mussolini continuarono a servire fedelmente il nazismo ripiegando sulla cosiddetta “Repubblica di Salò”, la maggior parte del regime fascista, insieme alla monarchia altrettanto fascista di Badoglio, si gettò nelle braccia degli angloamericani. Dopo pochi mesi il gruppo revisionista e semi-trotskista togliattiano marginalizzato da Stalin e dalla Terza Internazionale, che aveva egemonizzato il partito approfittando dell’enorme impegno dei partigiani comunisti sul fronte  della guerriglia e della continua e pesante repressione fascista, decretò, con la svolta di Salerno della primavera del 1944, nonostante l’opposizione di Dimitrov, capo dell’allora Internazionale Comunista, l’entrata del PCI nel governo costituito dai rottami della monarchia e del fascismo. In questo modo veniva posta la base per la successiva pacificazione della Grande Resistenza Antifascista e per la formazione del cosiddetto nuovo Stato “democratico” e “Costituzionale-Repubblicano”. È anche grazie a questo, grazie al fatto che in Italia non ci sia mai stata una vera “democrazia borghese” e, tantomeno, ci potrà essere ora o in futuro, e che ci troviamo una situazione in cui i diretti eredi del nazifascismo di Mussolini, prima organizzatisi nel MSI e poi, dopo alcune trasformazioni di facciata, in Fratelli d’Italia, si trovano oggi al governo del paese.

Tutto questo rappresenta una premessa necessaria per impostare correttamente la questione della celebrazione dell’80esimo anniversario della vittoria dell’Armata Rossa.

Lenin diceva che gli imperialisti per giustificare le loro guerre per il controllo delle materie prime, delle sfere d’influenza della finanza, dei mercati, delle vie di transito e delle zone di rilevanza strategica, non esitano di volta in volta a richiamarsi alla libertà, alla giustizia, alla democrazia, alla patria, agli interessi della nazione, alla lotta contro l’oppressione nazionale. Proprio come alla fine degli anni della II guerra mondiale in Italia, per disgregare il blocco partigiano-comunista della resistenza antifascista, la borghesia, i servi del Vaticano, gli agenti angloamericani, i fascisti riciclati, i revisionisti togliattiani, ecc. si richiamavano alla pace nazionale, alla cessazione della guerra civile, alla repubblica e alla costituzione di “tutti gli italiani”, alla (falsa) democrazia, all’antifascismo (ovviamente quello ‘sobrio’, quello  “non violento”, quello delle “istituzioni repubblicane”), oggi i fascisti e gli imperialisti di tutto il mondo, nella loro lotta  contro i popoli oppressi e nella competizione reciproca in cui le masse popolari, i proletari, i giovani saranno sempre più chiamati ad essere nuova carne da cannone, si richiamano a questo o a quell’ideale di giustizia e di libertà.

Ieri sui vari giornali reazionari del nostro paese potevamo leggere la seguente notizia: Si svolge a Mosca la parata militare per celebrare l’80esimo anniversario della ‘Vittoria nella Grande Guerra Patriottica…Vladimir Putin partecipa in compagnia del presidente cinese Xi Jinping. I due leader assistono fianco a fianco all’evento, simbolo della crescente intesa tra Mosca e Pechino. Tra i leader che partecipano alla cerimonia, ci sono anche il venezuelano Nicolas Maduro, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente serbo Aleksandar Vucic, il primo ministro slovacco Robert Fico, il presidente della Bosnia-Erzegovina Milorad Dodik. A Mosca anche il leader bielorusso Alexander Lukashenko, il leader kazako Kassym-Jomart Tokayev, il leader kirghiso Sadyr Japarov, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev …tra i partecipanti alla parata ci sono soldati impegnati nella guerra in Ucraina, e militari provenienti da 13 paesi stranieri.

 Si tratta del tentativo di riscrivere gli eventi relativi alla sconfitta del nazifascismo e all’avanzata della rivoluzione proletaria, in un’ottica che fonde revisionismo e nazionalismo, imperialismo e socialfascismo. Una subdola propaganda antidemocratica e reazionaria che, a partire dalla Russia, si dispiega sul piano internazionale anche grazie all’operato delle forze rosso-brune, dei populisti di sinistra, dei peggiori opportunisti di tutte le risme. Una propaganda che presenta la criminale guerra inter-imperialista in corso in Ucraina come una “guerra di liberazione nazionale antimperialista”. Una propaganda volta a rinsaldare un blocco imperialista e social-imperialista che compete con le stesse logiche, gli stessi obiettivi di fondo, le stesse strategie, con l’imperialismo occidentale capeggiato dagli USA. In particolare non possiamo non denunciare il ruolo dei Carc-(n)PCI, che hanno dato il pieno supporto al cosiddetto Partito Comunista della Federazione Russa di Zjuganov, partito formato da residui del socialfascista PCUS tutt’ora organicamente legati agli apparati militari russi, sostenitore della necessità del fronte patriottico tra forze di “sinistra” e forze di “destra”, partito che appoggia fedelmente l’espansionismo russo in Ucraina, chiamando i giovani ad offrirsi come volontari nella guerra fratricida  contro i giovani soldati ucraini (peraltro i Carc-nPCI hanno partecipato ad un  evento di tale partito, un cosiddetto  “forum internazionale” le scorse settimane a Mosca https://www.carc.it/2025/04/17/il-p-carc-al-forum-internazionale-antifascista-a-mosca/).

I sinceri democratici, i reali comunisti, i marxisti-leninisti-maoisti non possono non denunciare l’uso biecamente strumentale della storia delle rivoluzioni proletarie e del Movimento Comunista Internazionale per smerciare nazionalismo, fascismo, imperialismo e per supportare, ai danni del proletariato e delle masse popolari del nostro paese, le farneticazioni opportuniste di tanti gruppi intellettuali piccolo-borghesi che oggi vorrebbero candidarsi a costruttori del nuovo partito comunista (da Resistenza Popolare/Prospettiva Unitaria al PCI/Forum dei comunisti, dalla rete dei Comunisti ai Carc-nPCI).

Onoriamo questo 80° anniversario ricordando il significato internazionalista di tale vittoria dell’Unione Sovietica  sotto la guida del compagno Stalin, che ha posto le basi per una nuova fase di rivoluzioni proletarie nel mondo e la costituzione di Democrazie Popolari, così come il successo della rivoluzione cinese sotto la guida del Presidente Mao e la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Combattiamo il revisionismo storico delle forze reazionarie fasciste e socialdemocratiche/socialfasciste, così come i tentativi di inquinare e disgregare dall’interno l’ideologia comunista e le organizzazioni comuniste, fomentando il nazionalismo e il rosso-brunismo.

Buon 9 Maggio 1945, giornata della vittoria contro il nazifascismo!

Gloria eterna all’Armata Rossa di Lenin e Stalin!

Combattiamo il revisionismo e l’opportunismo e ricostruiamo il partito comunista di Antonio Gramsci sulla base del maoismo!

NUOVA EGEMONIA

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