CONTRAPPONIAMO LA LOTTA CONTRO IL FASCISMO ALLE MISURE LIBERTICIDE E POLIZIESCHE E AL LIVORE RAZZISTA CONTRO I PALESTINESI

L’invio degli ispettori nelle scuole da parte del ministro dell’istruzione per perseguire chi ha inneggiato alla resistenza palestinese, insieme alle sue dichiarazioni che invocano condanne penali e galera per i presunti responsabili, con il suo portato di  livore razzista contro il popolo palestinese e di volontà repressiva e punitiva è l’ennesima espressione di un processo che, a partire dall’insediamento del governo in carica, persegue l’obiettivo dell’instaurazione di un regime sempre più apertamente terroristico contro il proletariato, le masse popolari e contro chi si propone di sviluppare l’opposizione e il conflitto di classe. Un regime che sempre più spingerà il nostro paese nella guerra inter-imperialistica già in corso in Ucraina e che peggiorerà all’inverosimile le già pesanti condizioni dii vita e di lavoro di parte rilevante della società.

Il governo in carica sta facendo con lucidità e determinazione il suo mestiere come compete ad un governo fascista che deve e vuole portare avanti e completare la transizione ad un nuovo regime ultrareazionario.

È necessario porre al centro di ogni iniziativa e mobilitazione di opposizione la lotta contro il processo di fascistizzazione dello Stato e della società e contro il governo fascista in carica. Chi oggi non pone la questione del fascismo al centro dell’organizzazione e della lotta è un soggetto equivoco, sia esso politico, sindacale o di movimento, che lascia spazio all’avanzata e all’affermazione del fascismo. Di fatto gli spiana la strada.

Riteniamo quindi particolarmente grave che nelle prossime scadenze nazionali, come lo sciopero generale di parte del sindacalismo di base del 20 ottobre e la manifestazione contro la guerra a Ghedi, non si nomini nemmeno la questione del fascismo. La decomposizione del revisionismo, dei gruppi e delle organizzazioni degli anni Settanta, delle tendenze opportuniste del trotskijsmo, dell’operaismo, del bordighismo hanno determinato un clima egemone nei settori avanzati dei movimenti e delle lotte, che produce solo movimentismo, economicismo, riformismo, vuoto propagandismo condito di frasi rivoluzionarie, ma di fatto si contrappone alla lotta per la democrazia popolare che oggi richiede e impone un concreto collegamento con la prospettiva della rivoluzione proletaria. Questo significa che è necessario costruire un fronte popolare antifascista a partire dalla lotta per unificare le forze potenzialmente sane, effettivamente democratiche e antifasciste.

Non è possibile andare in questa direzione senza dunque combattere a fondo e disgregare tutte quelle forze che, anche nel campo della sinistra radicale, dell’estrema sinistra, del sindacalismo di base e dei movimenti di opposizione, perseverano a occultare la realtà, a nascondere l’avanzato grado di fascistizzazione del nostro paese, a scindere la lotta per la difesa degli interessi delle masse e la lotta contro la guerra inter-imperialista dalla lotta contro il fascismo.  Solo sulla base di questo fronte per distruggere il fascismo è possibile l’unità tra i comunisti, gli antifascisti, i sinceri democratici.

Chi ritiene che a tale scopo sia necessario costruire il partito del proletariato per portare avanti la prospettiva di uno Stato di Democrazia Popolare e di una società socialista deve assumere il maoismo come sintesi avanzata dell’ideologia comunista. Senza il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo, non è possibile costruire il partito e quindi non è possibile unificare il proletariato e le masse popolari nello sviluppo della lotta contro l’offensiva capitalista e imperialista, la guerra e il fascismo.

Nuova Egemonia

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