L’ANPI È UN OSTAGGIO DIMISSIONARE IL COMITATO NAZIONALE
Lo scorso primo ottobre il Comitato nazionale dell’ANPI ha emesso un comunicato dal titolo “L’esito elettorale apre una fase piena di pericoli. Occorre un rilancio del movimento democratico e antifascista”[1].
L’ANPI afferma: “L’esito elettorale segna una profonda rottura col passato ed avvia il nostro Paese in una fase politica piena di pericoli… Per la prima volta l’Unione Europea ha un Paese fondatore con un governo a maggioranza post fascista… L’esito elettorale consegna il governo dell’Italia a forze sovraniste, che hanno manifestato pulsioni razzistiche …Questo avviene nel pieno del perverso intreccio di crisi che attraversa l’Italia: economica, sociale, democratica, ambientale, mentre non è scomparsa la pandemia…siamo a un punto limite: si parla oramai di estensione della guerra e addirittura di nuova guerra mondiale”.
Queste affermazioni minimizzano la gravità della presente situazione. Lo stesso uso del termine “post-fascismo” al posto di quello ben più pertinente di “fascismo” suona singolare e intellettualistico. D’altronde l’ANPI avverte la necessità di appellarsi alla formazione di “un movimento democratico e antifascista” riconoscendo che il problema centrale è oggi quello del fascismo e dell’“estensione della guerra”.
Quello che è ben più grave è che lo stesso ANPI si limita, rispetto alle cause della situazione politica determinatasi nel nostro paese, a parlare genericamente di “limiti ed errori commessi dalle forze politiche”. Il riferimento è essenzialmente al PD, ma l’ANPI non ha nemmeno il coraggio di nominarlo. Ovviamente è comprensibile il perché.
Non solo a questo proposito non c’è nessuna analisi e ci permettiamo di prevedere che, se le cose continuano sulla linea del mantenimento dell’ unità interna, non avremo nemmeno in futuro quell’analisi oggi auspicata a parole. Al di là della questione delle responsabilità del PD, rimane il fatto che la direzione dell’ANPI falsifica grossolanamente la realtà parlando degli esiti elettorali come dovuti “ad una legge elettorale pericolosa” .
Non si tratta solo di una legge, ma di un’intera fase di cosiddette “riforme istituzionali” che hanno affossato il sistema parlamentare repubblicano, consegnandolo nelle mani di tecnocrati ed esperti direttamente legati ai poteri forti sia sul piano economico che su quello amministrativo e burocratico-militare. Il sistema rappresentativo, che ha indubbiamente spianato la strada al governo fascista che si sta approntando a governare il paese, è un aborto nato sulle macerie del sistema proporzionale, che ha sostanzialmente imposto a tutti i livelli del governo del paese, quindi anche a livello di regione, provincia e comune, il potere deliberante di esecutivi da tempo instaurati su base maggioritaria. In tutto questo, forze come il PCI e via via il PDS e i DS, sino ad arrivare a quel partito di compromesso storico rappresentato dal PD, sono state attivamente protagoniste e hanno quindi deliberatamente operato per promuovere ed alimentare i processi, ormai dilaganti, di fascistizzazione dello Stato.
È ovvio che la direzione nazionale dell’ANPI non abbia né la possibilità, né il desiderio di dare un quadro esatto, anche sotto il semplice profilo relativo alle intervenute modifiche dell’ordinamento repubblicano, della genesi dell’attuale situazione. La direzione nazionale dell’ANPI, pur collocandosi formalmente a sinistra del PD, è di fatto un ostaggio nelle mani dì questo partito.
Ci chiediamo, dati questi presupposti, quale credibilità possa avere l’appello dell’ANPI alla costruzione di un movimento di massa democratico e antifascista.
D’altronde la stessa direzione nazionale, nella conclusione del suo comunicato, afferma “Chiediamo perciò fin d’ora al futuro governo di onorare pienamente e letteralmente il giuramento costituzionale e di rispettare pienamente e letteralmente i valori della Resistenza che sono alla base della Carta”. Sarebbe questa “richiesta” dunque la parola d’ordine capace di promuovere la formazione di un movimento di massa antifascista?
La direzione dell’ANPI si appella al prossimo governo fascista per chiedergli di non mettere in atto il suo programma. Tutto questo non è certo una manifestazione di forza e di determinazione, bensì di inconsistenza e inettitudine politica.
Aspettarsi da una simile direzione una qualche effettiva volontà o capacità di mobilitazione e di lotta contro il fascismo significa seguire la politica dello struzzo.
In effetti, la direzione ANPI non si limita a chiedere al prossimo governo di non essere un governo conseguentemente fascista, ma avanza con indiscussa audacia la richiesta che tale governo provveda al riconoscimento che per “superare la profondissima crisi italiana è la piena e integrale attuazione della Costituzione repubblicana e della sua forma democratica”.
Certo la direzione dell’ANPI mette in conto che occorrerà perlomeno un po’ di pressione di massa sul nuovo governo affinché quest’ultimo si degni di prendere in considerazione tale prospettiva, ma il punto è che la direzione dell’ANPI o non si rende conto di quello che sta proponendo oppure è solo una delle tante forze che opera sul piano politico con lo scopo di confondere e passivizzare le masse popolari.
Ovviamente propendiamo per questa seconda ipotesi. L’ANPI non è appunto nata ieri e sa benissimo che in Italia il ventennio fascista non ha portato ad un’effettiva Costituzione repubblicana e d’altronde se ciò fosse avvenuto non avrebbe senso chiedere ancora oggi “l’attuazione integrale della Costituzione”. Sa benissimo che dopo la II guerra mondiale i fascisti si sono ampiamente riciclati nella DC e nelle cosiddette istituzioni repubblicane.
La storia del nostro paese è segnata dalla repressione delle lotte e dei movimenti del proletariato e delle masse popolari, dall’operato dei servizi segreti, dalle pesantissime ingerenze politiche degli USA e della Nato, dalla formazione di corpi militari extralegali come Gladio, dalle varie P2, dalle stragi di Stato, dai tentati golpe, dalle torture e dalle esecuzioni sommarie, dalle leggi speciali che si sono accumulate nel corso degli anni sino ai vari decreti sicurezza, sino alla stessa operazione su vasta scala rappresentata da Mani pulite che, al di là della consapevolezza soggettiva dei vari magistrati, ha affossato due tra i principali partiti della repubblica e spianato la strada al dilagare della fascistizzazione dello Stato con l’emersione delle forze fascio-populiste, il bipolarismo e appunto le “riforme istituzionali”.
Pensare che queste istituzioni, questo Stato, che mai è stato realmente democratico nemmeno dal punto di vista di una modestissima “democrazia borghese”, possa magicamente trasformarsi in garante della piena realizzazione della “Costituzione” e per di più con un governo fascista in carica significa negare l’evidenza, ossia la necessità, oggi più che mai, di riprendere il cammino di quella grande rivoluzione democratica e popolare sulla via del socialismo rappresentata dalla resistenza antifascista e dalla guerra di liberazione nazionale. Cammino drammaticamente interrotto nel nostro paese alla fine della II guerra mondiale. Per uscire dalla guerra, dalla Nato, dalla gravissima crisi economica che attanaglia il nostro paese, per rispondere all’offensiva economica e politica dei poteri forti contro gli operai, i giovani, le donne, gli oppressi e sfruttati della piccola borghesia c’è solo questa possibilità. Parlare di un movimento di massa democratico e antifascista che non si ponga il problema di riprendere il glorioso cammino della storia della lotta della classe operaia e delle masse popolari del nostro paese significa imbrogliare le carte, disarmare la necessaria risposta antifascista e collaborare di fatto con forze come il PD ed il prossimo governo.
Non c’è dubbio che nell’ANPI ci siano ancora delle forze sane, coerentemente e sinceramente antifasciste. A loro spetta il compito, tutt’altro che unitario, di lottare per dimissionare l’attuale direzione imbelle. A loro spetta il compito, se necessario, di scindere l’ANPI o eventualmente di separarsi da una maggioranza irrecuperabile.
Oggi è necessaria la convergenza di tutte le forze effettivamente di classe e di opposizione in un grande fronte popolare rivoluzionario contro la guerra e contro il fascismo.
NUOVA EGEMONIA
[1] https://www.anpi.it/articoli/2718/il-comitato-nazionale-anpi-lesito-elettorale-apre-una-fase-piena-di-pericoli-occorre-un-rilancio-del-movimento-democratico-e-antifascista